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Il volume è costruito in maniera originale attorno al diario di Adolfo Pecorini, il nonno dell'autrice, partito per la leva a vent'anni, nel 1914. Non si tratta solo di una trascrizione: è una "storia" che ha la dignità di una ricostruzione seria e accurata dei contesti, ma anche la dimensione del recupero del vissuto; ci trasmette il sentimento e l'emozione del protagonista, così come della nipote, che con una sorta di inversione temporale si trova a tu per tu con quel ragazzo, tanto più giovane di lei. Elena quindi non solo dialoga col nonno, ma lo segue, ne ripercorre fisicamente il cammino, ne cerca le tracce. Il lettore in queste pagine troverà l'autrice impegnata in un percorso della memoria che, per come è condotto, può riguardare e coinvolgere tutti noi. Il libro rientra a pieno titolo in quel fenomeno che va sotto il nome di public history, in grande sviluppo nei paesi anglosassoni, basato sulla constatazione che la storia va intesa non solo come il campo ristretto degli studi scientifici ma anche come recupero delle memorie del territorio o di esperienze personali.